L'Economia Sacra 2°Parte [Può essere l’economia sacra?]

Riprendo un mio articolo pubblicato sulla rivista Rosa+Croce dello scorso autunno nel quale veniva riportato il mio intervento sull'Economia al Convegno Nazionale dell'Ordine della Rosa Croce Amorc a Roma. (Seconda parte di tre)
Per la prima parte clicca qui

Come possiamo accorgerci quando siamo alla presenza del Sacro

In questa ricerca, possiamo farci guidare riconoscendo due degli aspetti dell’evento Sacro: l’unicità e l’interconnessione, aspetti che sono ben rappresentati dal simbolo dello yin e dello yang, esattamente il contrario della separazione che io oggi propongo all’origine delle nostre crisi.

            

Possiamo leggere in un qualsiasi manuale di economia che questa è lo studio del comportamento umano in condizioni di scarsità. 

Il presupposto della scarsità è uno dei due assiomi centrali dell’economia. Il secondo è che la gente, “naturalmente”, cerchi di massimizzare i propri interessi economici anche a dispetto di quello degli altri. 


Questi postulati sono ambedue falsi, o meglio, sono veri solo dentro contesti limitati che noi, come rane che guardano dal fondo di un pozzo, scambiamo per realtà. 

Possiamo quindi affermare che l’economia, così come la conosciamo oggi, è la situazione nella quale più di ogni altra, l’idea di separazione è fatta scienza, quindi nulla di meno sacro.

            Sono convinto che per parlare di Economia sacra dobbiamo considerarla come un’estensione dell’ecologia e che obbedisce alle sue regole e tra di esse la legge di causa ed effetto



     «…non dovete più esitare a far sentire il vostro punto di vista, neanche se l’ambiente che vi circonda è refrattario alle vostre idee. Per i Rosacrociani, l’ecologia va di pari passo con la spiritualità, poiché l’una non può esistere o perdurare senza l’altra”. 

      Queste sono le parole del nostro Venerabile Imperator fr. Christian Bernard che, con la sua «Apologia dell’ecologia spirituale» mi dato lo spunto per impegnarmi ad affrontare di nuovo il tema dell’economia anche dopo i miei non riusciti tentativi di trattare questo tema dal punto di vista mistico.

     Quando porteremo all’interno del costo dei nostri prodotti il loro impatto ecologico, saremo sicuri che noi prenderemo dal nostro pianeta non più di quanto esso possa darci. 

     E’ assurdo pensare che questi costi non debbano essere contabilizzati. Possiamo comunque essere certi che qualcuno, un giorno, li pagherà. 

     Per fare un semplice esempio, quando io spedisco i prodotti della mia azienda, considero il prezzo che il trasportatore chiede per consegnarli ai miei clienti, ma chi pagherà i costi riguardanti l’inquinamento che il trasporto porta con sé? 

    Quando integreremo questi costi nei prodotti che compriamo tutti i giorni, la nostra economia cambierà profondamente. 

    Spero ora sia più chiaro perché mi piace considerare l’Economia sacra come un’estensione dell’Ecologia.

(Continua... nella terza ed ultima parte)
(per la prima parte, clicca qui)

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